Invisible Ivrea

Ivrea Street Art.

INTERVISTA

Ciao Alessandro Chiarotto, tu sei un Software Developer di Ivrea.  Il tuo progetto è nato nel 2019 e ha preso vita durante la prima edizione di Design for the Next Community il Festival dell’Architettura di Ivrea, nell’estate del 2020.

Da cosa nasce l’idea?

Il progetto nasce dal desiderio di rendere visibile e fruibile il patrimonio olivettiano attraverso nuove forme di comunicazione e nuovi linguaggi che aiutino a generare benessere e sviluppo della comunità locale.

Per questa ragione “Invisible Ivrea” può essere definito come un vero e proprio intervento di rigenerazione urbana: arte e tecnologia si fondono e diventano murales che raccontano la reinterpretazione di un patrimonio ricco di contenuti grafici ricercati, riqualificando il territorio sia in termini estetici che sociologici.

Come ti è venuta in mente l’idea di creare murales in giro per la città?

Per gioco e per passione, ho iniziato a fotografare le facciate di alcuni edifici olivettiani e non, sulle quali mi sono divertito a creare fotomontaggi con manifesti di Olivetti.
Ho iniziato a condividerli sulla mia pagina Facebook personale e i molteplici feedback positivi sono stati il motore propulsore per trasformare questo “gioco” in un progetto concreto da sottoporre al Comune e all’Archivio Storico Olivetti. Da qui è partita la collaborazione con Cecilia e la partecipazione al bando per il Festival dell’Architettura.

A cosa ti sei Ispirato?

Negli ultimi anni, l’arte ha giocato un ruolo fondamentale nelle azioni di rigenerazione urbana come pratica di riqualificazione del territorio. 

I MAUA (Museo di Arte Urbana Aumentata) di Torino e Milano ne sono un esempio concreto, in cui arte, tecnologia e comunità locale si uniscono.

Invisible Ivrea prende spunto da questo tipo di realtà con il valore aggiunto di voler raccontare il patrimonio storico della città di Ivrea: Olivetti.

Come sono state scelte le abitazioni e i luoghi dove ricreare i murales?

Nell’ottica di sottolineare il processo di rigenerazione urbana, la maggior parte degli interventi di Invisible Ivrea ha avuto luogo all’interno della buffer zone, considerata area periferica di Ivrea.

Nella selezione degli edifici, la figura dell’Assessore Michele Cafarelli è stata fondamentale nella fase di coinvolgimento dei proprietari e degli abitanti degli edifici oggetto di intervento.

Quali sono gli artisti che hanno partecipato a questo progetto?

In questa prima edizione di Invisible Ivrea è stato scelto di coinvolgere artisti locali con l’obiettivo di promuovere la partecipazione della comunità eporediese: Galliano Gallo, Luca Cristiano (alias Ermenegildo Nielson) e Federico Quagliotti (alias Rombo).

La partecipazione degli abitanti locali, sia per la realizzazione di alcuni murales che per il supporto e il sostegno agli artisti, è stata davvero sorprendente. 

Un fattore fondamentale per la buona riuscita del progetto.

Cosa vorreste realizzare in futuro?

Il concept grafico del Festival dell’Architettura parte da un codice generato da me attraverso Processing e successivamente sviluppato da Cecilia, una collaboratrice, che lo ha declinato in tutta la comunicazione online e offline.

Nell’ottica di dare continuità a questo nuovo linguaggio e alle sue varie declinazioni, abbiamo tante idee in cantiere: diffondere il progetto ampliando l’area dei murales per creare un percorso turistico, valorizzare gli artisti e promuovere contest ed eventi artistici, anche a livello nazionale.

Attualmente stiamo lavorando alla realizzazione del libro “Invisible Ivrea” per la pubblicazione del quale attiveremo una campagna di crowdfunding (seguiteci sul sito www.invisibleivrea.it e sulla pagina Facebook).

Hi Alessandro Chiarotto, so you’re a Software Developer from Ivrea.  Your project originated in 2019 and came alive in the summer of 2020 during the first edition of Design for the Next Community, Ivrea’s Architectural Festival.

Where did the idea come from?

The project grew out of a desire to make our Olivetti heritage visible and accessible through new forms of communication and new languages, which help us foster wellbeing and develop our local communities.

That’s why ‘Invisible Ivrea’ can be defined as a genuine work of urban regeneration: art and technology are merged, becoming murals that illustrate the redefinition of a heritage rich in popular graphic content, redeveloping the area both aesthetically and sociologically.

How did the idea of creating murals around the city come to you?

As a hobby and a passion, I started photographing building facades, some were Olivetti and some weren’t, and I had a lot of fun putting together collages with Olivetti posters.
I started sharing them on my personal Facebook page and the huge amount of positive feedback was the driving force for turning this “hobby” into a real project which could be submitted to the Comune and the Olivetti Historic Archive. That’s when I started collaborating with Cecilia and responded to the call for participants for the Architectural Festival.

What are you inspired by?

In recent years, art has played a key role in urban regeneration acts in the practice of redeveloping an area. 

The MAUA (Museums of Augmented Urban Art) in Turin and Milan are solid examples, where art, technology and local communities come together.

Invisible Ivrea draws inspiration from this type of organization with the added benefit of telling the story of Ivrea’s landmark heritage: Olivetti.

How did you choose the houses and places for reproducing the murals?

With the intention of highlighting the urban regeneration process, most of Invisible Ivrea’s work has taken place in the so-called ‘buffer zone’, which is considered a suburb of Ivrea.

When it came to choosing the buildings, Councilman Michele Cafarelli was central to engaging the owners and residents of the buildings worked on.

Who are the artists who took part in the project?

For the first edition of Invisible Ivrea we decided to work with local artists, aiming to promote participation across Ivrea’s communities. Galliano Gallo, Luca Cristiano (aka Ermenegildo Nielson) and Federico Quagliotti (aka Rombo).

The participation of local people, both in creating murals and supporting and sponsoring the artists, was truly amazing. 

A key factor in the project’s successful outcome.

What would you like to do in the future?

The Architectural Festival’s graphic concept came from a code I generated through Processing and was then successfully developed by Cecilia, a collaborator, which she used for all online and offline communications.

In terms of carrying on this new language and its several variations, we have plenty of ideas in the pipeline: spreading the project over a larger area of murals creating a tourist route, promoting artists, contests and art events, even at a national level.

We are currently working on the creation of the book “Invisible Ivrea” for the publication of which we will activate a crowdfunding campaign (follow us on the website www.invisibleivrea.it and on the Facebook page).


CREDITS
Foto di Luca Sega
Articolo di Valentina Ittevilo e Riccardo Cobetto