Rinascita di una borgata

Luoghi da riscoprire

Una passeggiata in Canavese, fuori dai centri più popolati, può portare ad imbattersi in luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato: passaggi voltati e case di pietra sono i segni di un retaggio culturale a cui si è guardato per molto tempo con distacco e a volte disprezzo.

Da un paio d’anni, però, abbiamo iniziato a fermarci e a voltarci lentamente verso ciò che abbiamo lasciato indietro, guardando con nuovi occhi ciò che appartiene ad un altro tempo e desiderando di rispolverarlo piuttosto che di buttarlo via.

In un Paese in cui ogni giorno vengono consumati 16 nuovi ettari di suolo per la costruzione di edifici, la salvaguardia e la ristrutturazione dell’edilizia già esistente sono diventate le soluzioni promosse da enti statali e Gruppi di Azione Locale. Attraverso bandi e finanziamenti, questi soggetti mirano a fornire i mezzi e gli strumenti ai privati per permettergli di recuperare un patrimonio che rappresenta un importante giacimento di cultura materiale e di saperi antichi da cui possiamo ancora imparare molto.

La rivalorizzazione dell’antico non significa la negazione del moderno: la coniugazione e la sinergia tra le due realtà è possibile e auspicabile, come ci spiega Davide Querio, titolare e co-fondatore dello studio di architettura QOS Studio: “Se vogliamo pensare di ripopolare i borghi di montagna, dobbiamo contestualizzare la tradizione e metterla in linea con le esigenze attuali, conciliando scelte edilizie e contesto storico”.

Incontriamo Davide grazie al profilo Instagram @alps_stone_houses, in cui vengono mostrati i lavori di ristrutturazione eseguiti in alcune borgate dell’alto Canavese. L’idea del recupero ha lo scopo di promuovere le bellezze architettoniche dei nostri luoghi ed è partito con Frassinetto non per caso: già nel 2012, le borgate di questo paese sono state oggetto di studio dell’Atelier di Recupero e Restauro del Politecnico di Torino, università che studia questo centro da più di 40 anni per via delle caratteristiche urbanistiche peculiari e per un certo senso uniche che si trovano qui. I primi due edifici ristrutturati sono stati convertiti in case vacanze e le richieste dei privati in seguito ai primi interventi non sono tardate ad arrivare.

Solo un progetto consapevole che trasformi ciò che abbiamo e lo allinei ai nuovi bisogni può portare un territorio a rivivere e ad educare lo sguardo, di modo che riconosca il valore di una storia antica e piena di significati, assopiti tra una pietra e una trave di castagno. 

A walk through Canavese, in less populated areas, sometimes brings you in places where the time seems stopped: vault passages and stone houses are the marks of a cultural heritage that was forgotten, even depreciated, for a long time.
Though, in recent years, we began to slow down our race, to stop ourselves and look back at what we left behind. Looking with new eyes at things that belong to another era, we are now desiring to brush up our past instead of forgetting it.
In a Country where everyday 16 hectares of soil is being consumed in favour of buildings, the conservation and restoration of already existing buildings are the answers given by national institutions and GALs (Local Action Groups). Public calls and financing provide private citizens means and tools for recovering a heritage that actually is an important vessel of cultural materials and ancient knowledge.
The new enhancement of the antiques does not mean the rejection of the modern:
the harmony and synergy of the both of them is possible and advantageous. As Davide Querio (co-founder of QOS Studio) says: “if we want to bring people back to mountain villages, we have to contextualize traditions to present needs, conciliating building choices with historical background”.
We meet Davide thanks to @alps_stone_houses Instagram profile, where you can see renovations carried out in some Canavese villages. The restoration is an idea which aim is to promote the architectural beauties of our territory and it started in Frassinetto for a reason: in 2012, the hamlets of this little village became the object of a research of Recover and Renovation Atelier of Polytechnic University of Turin.
This village has been studied for more than 40 years thanks to its particular and somehow unique urban traits. The first two buildings being restored were transformed in holiday houses and were the first of several requests of restoration.
Only a conscious project as a means to transform what we have and to adjust it to new needs can make these territories live again, and let the value of an ancient and rich history be recognized.


CREDITS
Foto di Alessandro Aimonetto
Articolo di Linda Zucca Bernardo